mercoledì 25 febbraio 2015

ISCSI con FreeNas e Debian


In questo post viene descritto come utilizzare ISCSI con Debian. Per fare cio' e' necessario avere un NAS che offra servizi ISCSI
Per semplicita' ho usato Virtualbox configurando una macchina virtuale con un disco di sistema su cui sara' installato FreeNas ed un disco che sara' condiviso mediante ISCI


L'isntallazione di FreeNas e' banale (ricordarsi di selezionare il primo disco come quello di sistema). Una volta riavviato il sistema viene mostrato l'indirizzo IP a cui far puntare il browser per l'amministrazione web. Il superutente e' root e la password e' quella che e' stata impostata in fase di installazione




La prima cosa da fare e' andare su Storage/Volumes ed importare il volume che corrisponde al disco secondario su /dev/sdb impostando anche un nome (nel caso t1)

Si va poi in Services/ISCSI/Portal/Add Portal settando un nome (lasciare la porta 3260 di default)



Si va poi in Services/ISCSI/Initiatiors e si imposta l'accesso a ALL (nella terminologia ISCSI initiators sono i client mentre i target sono i dischi di rete)

Si clicca quindi Services/ISCSI/Extents e si aggiunga una extent

E' il momento di impostare un target con Service/ISCSI/Targets/Add Target settando il portal group ed initiatori group

Infine si associa il target all'extent con Services/ISCSI/Associated Targets
Si avvia il servizio con Services/Control Services

Questa procedura e' descritta anche qui

Passando al lato client (che si trova nella stesssa sottorete) si deve prima installare il pacchetto open-iscsi

apt-get install open-iscsi


si effettua quindi la ricerca del servizio ISCSI sull'ip di Freenas


iscsiadm -m discovery -t st -p 192.168.43.104

iscsiadm -m node

iscsiadm -m node --taargetname "iqn.2011-03.org.example.istgit:dati" --portal "192.168.43.104:3260" --login


fatto cio' con il comando fdisk -l si vede comparire il device


che pero' non ha un filesytem
Si procede quindi con

fdisk /dev/sdb

creando una nuova partizione primaria e poi formattandolo e montandolo come un qualsiasi dispositivo

mkfs.ext4 /dev/sdb1

mount /dev/sdb1 /mnt








CloudPoint da fotogrammetria con AgiSoft Photoscan

Usando gli stessi dati del post precedente ho provato un software commerciale (Agisoft Photoscan) che ricrea modelli 3D da normali foto. Ogni commento mi sembra superfluo (vedi video)



CloudPoint da fotogrammetria

Mentre stavamo parlando dell'uso di Kinect per realizzare modelli 3D un amico mi ha parlato di fare la stessa cosa usando una comune macchina fotografica e la fotogrammetria. Di istinto ero un po' scettico ma ho comunque voluto dare un'occhiata a cosa trovavo su Internet

La mia attenzione e' stata catturata da VisualFSM un programma opensource che funziona su Windows, Mac e Linux (per gli ultimi si deve partire dai sorgenti mentre per Windows si puo' scaricare il compilato direttamente da qui o qui
Per semplicita' ho provato la versione Windows ATTENZIONE: per funzionare il programma ha bisogno delle librerie di CMVS che non sono comprese nel pacchetto (si devono scaricare i compilati da questo link  e porre i file cmvs.exe, genOption.exe e pmvs2.exe nel path di Windows ..io non per fare prima li ho messi direttamente in c:\windows\) ed i file ed i programmi devono essere messi all'interno di directory con nomi privi di caratteri speciali...C:\Documents and Settings\ non va bene)

Detto cio' ho fatto una decina di foto a questo edificio da diverse angolazioni


Le operazioni con VisualFSM sono molto semplici

1) Prima si importano le foto da File/Open Multi Image
2) Si effettua il confronto a coppie delle immagini con SfM/Pariwise Matching/Compute Missing Matching
3) SfM/Reconstruct Sparse
4) SfM/Reconstruct Dense (viene chiesto dove salvare un file .nvm



come si osserva non si fornisce nessuna informazioni geometrica
Dopo un po' di calcoli e se le immagini sono sufficienti per la ricostruzione viene creati una serie di file che saranno poi gestiti mediante Meshlab (per riferimento si vada a questo link)3

Questa e' la ricostruzione. La nuvola dei punti non e' molto densa ma per essere il primo tentativo non e' male (si veda per confronto la prima foto)


Ruotando l'immagine si osserva che l'angolo dell'edificio e' stato ricostruito in modo corretto con un angolo molto prossimo ai 90°



Un aspetto interessante e' che questo approccio puo' essere utilizzato anche con immagini riprese da droni

martedì 24 febbraio 2015

LVM su Linux


In questo post viene indicata la procedura per creare un volume LVM (ovvero un metodo per gestire in modo piu' flessibile le partizioni e per poter aggiungere spazio a volumi senza essere limitati dalla dimensione fisica dei dischi rigidi)

Per questa prova, per semplicita', e' stata usata Ubuntu virtualizzata su Virtualbox aggiungendo due dischi fissi (oltre a quello dove e' installato il sistema) da configurare come LVM



Per prima cosa devono essere installati i seguenti pacchetti per la gestione di LVM

apt-get install lvm2 dmsetup mdadm reiserfsprogs xfsprogs
---------------------------------------------------------------------
root@luca-VirtualBox:/home/luca# fdisk -l

Disk /dev/sda: 22.0 GB, 22011707392 bytes
255 heads, 63 sectors/track, 2676 cylinders, total 42991616 sectors
Units = sectors of 1 * 512 = 512 bytes
Sector size (logical/physical): 512 bytes / 512 bytes
I/O size (minimum/optimal): 512 bytes / 512 bytes
Disk identifier: 0x0007fa80

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/sda1   *        2048    34603007    17300480   83  Linux
/dev/sda2        34605054    42989567     4192257    5  Extended
/dev/sda5        34605056    42989567     4192256   82  Linux swap / Solaris

Disk /dev/sdb: 2147 MB, 2147483648 bytes
255 heads, 63 sectors/track, 261 cylinders, total 4194304 sectors
Units = sectors of 1 * 512 = 512 bytes
Sector size (logical/physical): 512 bytes / 512 bytes
I/O size (minimum/optimal): 512 bytes / 512 bytes
Disk identifier: 0x00000000

Disk /dev/sdb doesn't contain a valid partition table

Disk /dev/sdc: 2147 MB, 2147483648 bytes
255 heads, 63 sectors/track, 261 cylinders, total 4194304 sectors
Units = sectors of 1 * 512 = 512 bytes
Sector size (logical/physical): 512 bytes / 512 bytes
I/O size (minimum/optimal): 512 bytes / 512 bytes
Disk identifier: 0x00000000

Disk /dev/sdc doesn't contain a valid partition table
---------------------------------------------------------------------
Il primo passo e' creare una partizione in  in /dev/sdb con
fdisk /dev/sdb

creando una partizione primaria (tasti n/p/1) e cambiando il formato in Linux LVM (tasti t e parametro 8e). Per confermare ed uscire tasto w
Verra' creato un device in /dev/sdb1 e si puo' procedere a configurare LVM. Lo schema e' il seguente


Ripreso da https://www.howtoforge.com/linux_lvm
Si vede come il volumi fisici sono svincolati dalla configurazione logica della struttura dati
Nel caso in esame verra' creato un solo gruppo fileserver ed un solo volume logico backup

Si procede a creare il volume fisico ed il gruppo "fileserver"

root@luca-VirtualBox:/home/luca# pvcreate /dev/sdb1
  Physical volume "/dev/sdb1" successfully created
root@luca-VirtualBox:/home/luca# vgcreate fileserver /dev/sdb1
  Volume group "fileserver" successfully created

si crea quindi il volume logico backup dentro filesever e si impone una dimensione di 1 Giga
root@luca-VirtualBox:/home/luca# lvcreate -L 1G -n backup fileserver
  Logical volume "backup" created

 si deve poi formattare il nuovo dispositivo

root@luca-VirtualBox:/home/luca# mkfs.ext4 /dev/fileserver/backup 
mke2fs 1.42.9 (4-Feb-2014)
Etichetta del filesystem=
OS type: Linux
Dimensione blocco=4096 (log=2)
Dimensione frammento=4096 (log=2)
Stride=0 blocks, Stripe width=0 blocks
65536 inodes, 262144 blocks
13107 blocks (5.00%) reserved for the super user
Primo blocco dati=0
Maximum filesystem blocks=268435456
8 gruppi di blocchi
32768 blocchi per gruppo, 32768 frammenti per gruppo
8192 inode per gruppo
Backup del superblocco salvati nei blocchi: 
        32768, 98304, 163840, 229376

Allocating group tables: fatto                           
Scrittura delle tavole degli inode: fatto                           
Creating journal (8192 blocks): fatto
Scrittura delle informazioni dei superblocchi e dell'accounting del filesystem: fatto

e si monta il filesystem
root@luca-VirtualBox:/home/luca# mkdir /media/lvm
root@luca-VirtualBox:/home/luca# mount /dev/fileserver/backup /media/ lvm/  

mediante df si vede la nuova situazione dei dischi con il disco lvm mappato
root@luca-VirtualBox:/home/luca# df
Filesystem                    1K-blocks    Used Available Use% Mounted on
/dev/sda1                      16897884 7767344   8249132  49% /
none                                  4       0         4   0% /sys/fs/cgroup
udev                            2013212       4   2013208   1% /dev
tmpfs                            404804     956    403848   1% /run
none                               5120       0      5120   0% /run/lock
none                            2024004     152   2023852   1% /run/shm
none                             102400      20    102380   1% /run/user
/dev/mapper/fileserver-backup    999320    1284    929224   1% /media/lvm

Fino a quindi niente di eccezionale. Con il sistema precedente creiamo una partizione primaria in formato LVM anche su /dev/sdc

Disk identifier: 0x0007fa80

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/sda1   *        2048    34603007    17300480   83  Linux
/dev/sda2        34605054    42989567     4192257    5  Extended
/dev/sda5        34605056    42989567     4192256   82  Linux swap / Solaris

Disk /dev/sdb: 2147 MB, 2147483648 bytes
22 heads, 16 sectors/track, 11915 cylinders, total 4194304 sectors
Units = sectors of 1 * 512 = 512 bytes
Sector size (logical/physical): 512 bytes / 512 bytes
I/O size (minimum/optimal): 512 bytes / 512 bytes
Disk identifier: 0xb4504b1b

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/sdb1              63     4194303     2097120+  8e  Linux LVM

Disk /dev/sdc: 2147 MB, 2147483648 bytes
22 heads, 16 sectors/track, 11915 cylinders, total 4194304 sectors
Units = sectors of 1 * 512 = 512 bytes
Sector size (logical/physical): 512 bytes / 512 bytes
I/O size (minimum/optimal): 512 bytes / 512 bytes
Disk identifier: 0x70badccc

   Device Boot      Start         End      Blocks   Id  System
/dev/sdc1            2048     4194303     2096128   8e  Linux LVM

Si deve poi aggiungere il disco sdc al gruppo fileserver
root@luca-VirtualBox:/home/luca# vgextend fileserver /dev/sdc1 
  No physical volume label read from /dev/sdc1
  Physical volume "/dev/sdc1" successfully created
  Volume group "fileserver" successfully extended

e si ridimensiona il volume logico da 1 a 2G
root@luca-VirtualBox:/home/luca# lvextend -L2G /dev/fileserver/backup 
  Extending logical volume backup to 2,00 GiB
  Logical volume backup successfully resized

e si estende il file system
root@luca-VirtualBox:/home/luca# resize2fs /dev/fileserver/backup
resize2fs 1.42.9 (4-Feb-2014)
Filesystem at /dev/fileserver/backup is mounted on /media/lvm; on-line resizing required
old_desc_blocks = 1, new_desc_blocks = 1
The filesystem on /dev/fileserver/backup is now 524288 blocks long.

abbiamo terminato. Adesso tramite il comando df si vede che il disco LVM ha aumentato le proprie dimensioni

root@luca-VirtualBox:/home/luca# df
Filesystem                    1K-blocks    Used Available Use% Mounted on
/dev/sda1                      16897884 7667928   8348548  48% /
none                                  4       0         4   0% /sys/fs/cgroup
udev                            2013212       4   2013208   1% /dev
tmpfs                            404804     960    403844   1% /run
none                               5120       0      5120   0% /run/lock
none                            2024004     152   2023852   1% /run/shm
none                             102400      20    102380   1% /run/user
/dev/mapper/fileserver-backup   2031440    1536   1919152   1% /media/lvm

lunedì 23 febbraio 2015

Video.js

Dopo l'esperienza con JwPlayer () e con JPlayer (), mi sono ritrovato a provare per un progetto di pubblicazione video Video.JS

Il problema maggiore per Jwplayer e' la necessita' di una chiave anche per la versione Free ed il logo sempre presente nell'angolo in alto a sinistra che puo' non essere gradito dai clienti.Peraltro la gestione delle skin su Jwplayer non e' proprio semplicissima (cambia da versione a versione) e nella versione free e' molto limitata

Video.JS e' invece un prodotto open source senza particolari limitazioni e con la presenza di una barra semi trasparente che non rende necessario portare la barra degli strumenti al di fuori della finestra del video


L'installazione e' banale in quanto basta copiare il pacchetto e modificare il file html modificando il puntamento del link del video)


Le configurazioni dell'aspetto della barra sono gestiti tutti a livello di CSS

Essendo un progetto in HTML5 non sono fiducioso che funzioni su tutti i browser ma almeno su Chrome 40, Firefox 33.1 ed Internet Explorer 8 e' stato testato e funziona

PCDuino

Grazie ad un prestito sono riuscito a provare la scheda PCDuino, un calcolatore basato su Arm che unisce due anime in una un quanto e' possibile utilizzarla come una Arduino

Di fatto la scheda si pone a meta' strada come prezzo tra una Raspberry ed una Arduino YUN

Sul modello che ho avuto in prova PCDuino Nano v3 e' disponibile una uscita HDMI, WiFi, connettore SATA, porta ad infrarossi, lettore microSD, Connettore Ethernet



Il sistema operativo non e' contenuto nella SD ma e' su una flash memory (al contrario di Raspberry).
Al boot compaiono due pinguini a testimoniare come il processore sia dual core
La distribuzione installata e' una Linaro-Alip (specifica per Arm che usa apt come gestore dei pacchetti) e LXDE come DM


Le impresssioni di uso di Linux sono decisamente buone ed e' molto piu' fluido ed usabile che su Raspberry
Per programmare la parte Arduino e' presente la IDE preinstallata che comunica su /dev/ttyS1 (di fatto non e' possibile programmare direttamente Arduino via cavo come si fa con le schede tipo Uno e Due ma si deve programmare direttamente da dentro PCDuino)
Al contrario di Raspberry sono presenti, oltre alle porte GPIO accessibili anche tramiti la parte Linux, anche delle porte analogiche con risoluzione anche fino a 12 bit

Sono presenti anche alcuni pulsanti fisici (tra cui quello di reset) al contrario di quanto su Raspberry

Considerando il prezzo vale veramente la spesa e non mi risulta chiaro il motivo della scarsa popolarita' di questo dispositivo (anche in funzione del prezzo di poco superiore a Raspberry a fronte di una dotazione hardware nettamente migliore, anche per la sola presenza del WiFi)

venerdì 20 febbraio 2015

Eagle has landed

Piu' o meno per me e' stata un'esperienza simile a spedire qualcosa sulla Luna.
Un paio di settimane fa un mini computer e' partito da Firenze (configurato per connettersi in automatico ad una VPN in cui il server e' il wrtg54 visto qui) destinazione vulcano Copahue per essere attaccato ad un rete di monitoraggio di cui non conosco i settaggi e le impostazioni di protezione.
Sul posto non c'e' nessuno che poteva modificare i settaggi per cui doveva funzionare alla prima e solo attaccando l'alimentazione ed il cavo di rete


Dopo un viaggio di 12280 km (per lo meno sulla geodetica) ed un paio di settimana di attesa e' arrivata la mail che il computer era stato connesso alla rete e qualche decina di secondi dopo e' comparso nel log del server vpn diventando quindi amministrabile a distanza

Debugger integrato ESP32S3

Aggiornamento In realta' il Jtag USB funziona anche sui moduli cinesi Il problema risiede  nell'ID USB della porta Jtag. Nel modulo...