martedì 27 dicembre 2016

Debian dual monitor su Virtual Box

Come usare Debian usando VirtualBox in modalita' dual monitor

Per prima cosa si deve creare una macchina virtuale con due monitor




Dopo di cio' si installano le Guest Additions secondo la classica trafile

apt-get install build-essential
apt-get install linux-headers-$(uname -r)
VBoxLinuxAdditions.run 
reboot

A questo punto con la macchina virtuale attiva si deve abilitare il secondo schermo virtuale dal menu Visualizza




ed alla fine si manda tutto a pieno schermo


Android File Transfer e Mac

Ultimamente collegando il telefono a Mac non riuscivo piu' a scaricare il file mediante Android File Transfer



La soluzione e' quanto mai banale, Tirando giu' la tendina si deve cliccare su USB per la ricarica e si evidenziano le altre opzioni. Cliccando su Trasferimento File si accede al contenuto del telefono. La piccola cosa fastidiosa e' che si deve ripetere questa operazione ogni volta che si inserisce il cavo USB

DVD su XBox Orginal

Sono venuto in possesso del primo modello della XBox...non che smaniassi dalla voglia di provarla ma visto che c'ero l'ho collegata al televisore ...e sono iniziati i problemi



Al primo avvio sono riuscito a giocare a GTA fino a quando durante il caricamento di un livello da disco ottico si e' presentato il seguente errore


Per quanto ne sapevo la XBox primo modello era un PC (un P3 700 con scheda NVidia) con un vestito diverso e con i soli blocchi software. Su internet girano molti video che spiegano come pulire il DVD ma in caso di necessita' ho in casa diverse vecchie unita' ottiche da PC per cui pensavo in ogni caso di poterla sostituire




Per aprire il case e' sufficiente svitare le 4 torx nascoste sotto i piedini e le 2 nascoste sotto gli adesivi


ecco come si presenta il dispositivo a cofano aperto...un bel cavo IDE


Per smontare DVD ed HD e' necessario rimuovere 3 torx bronzate abbastanza nascoste per togliere lo chassis in plastica (togliere le viti e' facile...rimetterle decisamente meno)


e qui la prima amara sopresa...il DVD non e' standard PC.Ha un cavo dati EIDE ma l'alimentazione e' proprietaria...nessuna possibilita' di usare compenentistica PC..si deve cercare di ripulire l'unita'


il DVD si apre con 4 viti a croce standard

ed e' costruito in modo differente dai modelli PC. Espone completamente le ottiche per cui e' facile pulire


Rimontare l'unita' DVD pero' non e' banalissimo. Si incastra male e dato che e' portante deve essere stretta bene

Alla fine di tutto questo lavoro, riaccendo ma continua a non leggere DVD..lavoro sprecato




venerdì 23 dicembre 2016

Primi passi con Android Things su Intel Edison

Doveva chiamarsi Brillo ma alla fine IoT di Google e' diventato Android Things.

Per iniziare ad usarlo si deve configurare un dispositivo, nel mio caso una Intel Edison

Premessa: questa fase e' stata eseguita su due computer differenti perche' sulla mia Linux Box Centos 7 avevo qualche problema ad installare Platform Flash Tool di Intel (ed ho quindi usato Mac) mentre su Mac mi veniva generato un errore non comprensibile al momento di utilizzare fastboot (ed ho quindi usato Linux)

Si parte flashando il firmware della Edison scaricando il software da qui e l'immagine da qui (non ci sono altre impostazioni da fare ..di default si trova Flash file FlashEdison.json e Configuration Non_OS)

Si preme il tasto FW (SW1U3 il secondo da sinistra sopra al processore nell'Arduino Kit di Edison)
e si collega il cavo al connettore J16 (il tasto SW1 deve essere posizionato con il cursore verso J16)



a questo punto si clicca browse e si punta al file .zip e si attende

al termine delle operazioni si ha una schermata di questo tipo ed usando il comando
fastboot devices
si vede il dispositivo in modalita' fast boot
A questo punto si scarica entra nella directory dove e' stato scompattato il file precedentemente scaricato (androidthings_edison_devpreview_1.zip)

Ho provato a continuare a seguire la guida  ma su Mac e' stato generato il seguente comando


su Linux invece tutto procede bene

$ fastboot \
    flash gpt partition-table.img \
    flash u-boot u-boot-edison.bin \
    flash boot_a boot.img \
    flash boot_b boot.img \
    flash system_a system.img \
    flash system_b system.img \
    flash userdata userdata.img \
    erase misc \
    set_active _a

$ fastboot \
    flash gapps_a gapps.img \
    flash gapps_b gapps.img

$ fastboot \
    flash oem_a oem.img \
    flash oem_b oem.img

si riavvia quindi il dispositivo per togliere la modalita' fastboot e passare in modalita' device
fastboot reboot
adb devices
(attenzione; a questo punto e' necessario alimentare la Edison non solo dalla microUSB su J16)






giovedì 22 dicembre 2016

Leggere dati da Firebase Realtime Database

Per me che vengo da una esperienza SQL mettere le mani per la prima volta su un Database NoSql come quello di Firebase e' un po' spiazzante....ma ci si fa l'abitudine

Per prima cosa Firebase non gestisce i dati mentre tabelle bidimensionali a struttura rigida ma i dati vengono rapppresentati come un albero a cui sono attaccate delle derivazioni (child) i quali non e' necessario che abbiamo la stessa struttura (al di sotto di una chiave, per esempio, in un caso le proprieta' possono essere due oppure tre)


Se si editano i dati dalla Console di Firebase si vedra' che posizionando il mouse sulla root appaiono dei simboli (+ e -)..la prima volta che si usa sembra che non si abbia nessuna interazione perche' i simboli scompaiono appena si sposta il mouse



Oltre a creare i dati in modo interattivo si possono ovviamente creare anche via codice. Di seguito un esempio in Javascript commentato con le righe evidenziate in giallo
----------------------------------------------------------------
<!DOCTYPE html>
<html>
<head>
  <meta charset=utf-8 />
  <meta name="viewport" content="width=device-width, initial-scale=1.0">
  <title>Read</title>

  <!-- Firebase -->
<script src="https://www.gstatic.com/firebasejs/3.6.4/firebase.js"></script>



</head>
<body>

<pre id="punti">

</pre>

<script>
  // Initialize Firebase

  var config = {
    apiKey: "AIzaSyAchx8oVeLUgxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx",
    authDomain: "notifica-23425.firebaseapp.com",
    databaseURL: "https://notifica-23425.firebaseio.com",
    storageBucket: "notifica-23425.appspot.com",
    messagingSenderId: "392xxxxxxxxxxxxxx"
  };
  firebase.initializeApp(config);


  var timestamp = new Date().getTime();
  console.log(timestamp);

  //vengono inseriti due nodi nella radice
  // usando il comando set vengono di fatto rimossi tutti i contenuti nel db
  var ins_punti = firebase.database().ref();

  ins_punti.set({
        l2: {
          lat: 1,
          lon: 30,
          nome: "Venezia",
          tempo: timestamp
        },
        l3: {
          lat: 33,
          lon: 40,
          nome: "Bari"
        }
      });

  //vengono aggiunti al nodo Punti due elementi. Si tratta di un append
  // e viene quindi di default inserita una chiave univoca
  ins_punti.child("Punti").push({
              lat: 13,
              lon: 33,
              nome: "Torino"
          });

  ins_punti.child("Punti").push({
                      lat: 14,
                      lon: 35,
                      nome: "Firenze"
                  });


  //vengono mostrate a video tutte le coppie del ramo "l2" del nodo in radice
  const prePunti = document.getElementById('punti');
  const dbRefPunti = firebase.database().ref().child('l2');
  dbRefPunti.on('value', snap => {
              prePunti.innerText = JSON.stringify(snap.val(),null,1);

  //con questa chiamata vengono richieste tutte le coppie chiave/valore del ramo Punti
  //da qui in poi i risultati sono visibili nel log e non a video
  firebase.database().ref().child('Punti').on('value', snap => console.log(snap.val()));

  //con questa chiamata vengono richieste tutte le coppie chiave/valore dell'ultimo nodo aggiunto alla lista del ramo Punti
  firebase.database().ref().child('Punti').limitToLast(1).on('child_added', snap => console.log(snap.val()));

  //con questa chiamata viene richiesto il valore del campo nome dell'ultimo nodo aggiunto alla lista del ramo Punti
  firebase.database().ref().child('Punti').limitToLast(1).on('child_added', snap => console.log(snap.val().nome));

  //con questa chiamata viene richiesto il valore del campo nome del nodo con lat=13 del ramo Punti
  firebase.database().ref().child('Punti').orderByChild("lat").equalTo(13).on('child_added', snap => console.log(snap.val().nome));

  firebase.database().ref().child('l2').update({lat: 133});

  //rimuove il ramo l1 dalla root
  firebase.database().ref().child('l3').remove();
});



</script>

</body>
</html>
----------------------------------------------------------------

La cosa interessante e' che le modifiche effettuate risultano essere in realtime. Se ci sono differenti client con la pagina Web aperta ed una modifica e' stata effettuata al DB questa sara' visualizzata su tutti i client senza la necesssita' di ricarica la pagina

Come per i db sql anche per Firebase e' possibile inserire la definizione delle chiavi per accelerare la ricerca e si possono definire le regole di accesso. Cio' viene effettuato nel Tab regole o rules













martedì 20 dicembre 2016

Atom Editor e proxy su Windows

Non e' proprio intuitivo installare pacchetti su Atom in presenza di un proxy server


la soluzione e' digitare a riga di comando

apm config set proxy "http://ip:port/"
 apm config set https_proxy "http://ip:port/"

Hosting su Firebase con Centos 7

Firebase offre la possibilita' di avere anche un hosting di contenuti statici (quindi si puo' utilizzare scripting lato client ma non scripting lato server...niente PHP)

Per sfruttare tale opzione si utilizza Firebase-CLI via NPM. Si parte su Centos 7 installando NPM mediante il comando

curl --silent --location https://rpm.nodesource.com/setup_6.x | bash -

e

yum install -y nodejs

a questo punto si installa Firebase-CLI con 

npm install -g firebase-tools
si effettua il login

firebase login (si apre una pagina del browser per l'autenticazione anche a due vie)



ci si sposta nella root del progetto HTML che si vuole pubblicare su Firebase e si digita

firebase init

(vengono creati alcuni file tipo firebase.json e .firebaserc)

di default viene creata una directory public....si copiano qui tutti i file HTML, CSS, JS etc



a questo punto si digita

firebase deploy




ed i file saranno copiati sui server di Firebase e saranno disponibili all'indirizzo

https://{nome_progetto}.firebaseapp.com

prima di fare il deploy l'applicazione Web puo' essere provata usando il comando

firebase serve

sara' avviato un server web locale all'indirizzo 

http://localhost:5000

la gestione dei file sull'hosting avviene in un modo piu' simile a GitHub che a FTP. In pratica si fa un commit di tutti i file ed il server mette in produzione l'ultimo snapshot. Se si e' commesso un errore su un file non si puo' modificare il singolo file ma si deve fare il commit di tutto il progetto

Se si vuole ritornare ad una situazione precedente sicuramente funzionante si puo' selezionare il salvataggio preferito dal tab hosting




Debugger integrato ESP32S3

Aggiornamento In realta' il Jtag USB funziona anche sui moduli cinesi Il problema risiede  nell'ID USB della porta Jtag. Nel modulo...